«Nell’opera di Antonello c’è uno speciale senso siciliano di presenza, un essere proprio lì in quel posto, che è senza misura, che rifiuta la moderazione o l’autodifesa.»
scopri di più«Un uomo seduto che si volta. Un uomo che tiene in mano un rasoio. Un uomo nell’atto di defecare. Qual è il significato di queste scene?»
scopri di più«Quando dipingeva il proprio viso, dipingeva il prodursi del suo destino, passato e futuro, un po’ come i chiromanti credono di poterlo leggere nelle linee della mano.»
scopri di più«Anche nei giorni in cui il dolore o la malattia la costringevano a letto, passava ore ogni mattina ad abbigliarsi e acconciarsi. Ogni mattina, diceva, mi vesto per il Paradiso!»
scopri di più«Come funziona, dunque, la catarsi? Non funziona. I dipinti non offrono catarsi. Offrono qualcos’altro, qualcosa di simile, e tuttavia diverso.»
scopri di più«Era ostinatamente fedele al suo tempo, che doveva sembrargli una specie di seconda pelle: la sacca dentro cui era nato. Semplicemente non poteva liberarsi dell’idea che dentro quella sacca era sempre stato, e sempre sarebbe stato, del tutto solo.»
scopri di piùLa sua scelta del procedimento non è mai arbitraria. Ha sempre a che fare con la pazienza e la cautela, col cogliere di sorpresa un particolare soggetto.
scopri di piùQuella di Rothko è un’arte migrante, che cerca, come fanno solo i migranti, l’introvabile luogo d’origine, l’istante prima che tutto cominciasse.
scopri di più«Dopo aver guardato un’opera, lascio il museo o la galleria in cui è esposta e provo a entrare nell’atelier in cui è stata creata. E lì aspetto nella speranza di scoprire qualcosa della sua storia, del modo in cui è stata fatta. Delle aspettative, delle scelte, degli errori, delle scoperte implicite nella storia del suo farsi.»
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